Lago Bino da Cassimoreno

Lago Bino da Cassimoreno

Escursione ad anello dal piccolo borgo di Cassimoreno fino al Lago Bino e alla Baita Monte Ragola passando non lontano dalla Cascata dell’Aquila e attraversando un territorio particolare caratterizzato da torbiere e ofioliti.

Lago Bino maggiore
Lago Bino maggiore

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


SINTESI DESCRIZIONE:

Dalla chiesa di Cassimoreno si raggiungono le case di Roffi per poi immergersi nell’ampia vallata del Torrente Lardana.
Con diversi saliscendi nel bosco si arriva a superare l’esteso letto del corso d’acqua per poi iniziare a salire in modo più deciso fino a sporgersi sul bordo di un costone con vista sul territorio circostante e sulla Cascata dell’Aquila.
Continuata la salita fino alla sommità di una dorsale, si scende velocemente fino alla bella piana in cui è adagiato il Lago Bino, affascinante specchio d’acqua di origine glaciale sovrastato da ofioliti e suddiviso in due porzioni (Lago Bino Maggiore e Minore) a causa di una frana.

Si prosegue su comodo stradello in ghiaia passando a fianco di un’altra grande torbiera, il Prato Mollo, poi all’esteso Prato Grande sul cui perimetro si trova la Baita Monte Ragola.
Si cammina su sentiero non sempre ben visibile, prima sul limitare dell’area prativa, poi tagliando il versante occidentale e quello settentrionale del Monte Camulara.
Giunti in località Termini, si procede lungo una strada forestale sconfinando in territorio parmense.
Con più decisa discesa, si abbandona la dorsale che collega il Camulara al Passo delle Pianazze e, rientrando nel piacentino, ci si collega al percorso dell’andata.
Passando nuovamente da Roffi, si torna abbastanza velocemente al punto di partenza.

Val Nure panorama
Panorama verso la Val Nure

DESCRIZIONE COMPLETA:

Lasciata l’auto nei pressi della chiesa di Cassimoreno (q. 832 m.), imbocco la mulattiera che parte proprio di fronte all’edificio religioso, a fianco del monumento ai caduti.

Salgo tra le case poi, procedendo in piano, esco dal piccolo borgo con vista sul territorio che attraverserò a breve. Il cielo è terso, la visibilità ottima.

Cassimoreno
Cassimoreno

Giunto presso un fosso, evito di attraversarlo (sentiero chiuso a causa dell’alluvione che tempo fa ha interessato la zona) per seguire la mulattiera che lo costeggia salendo alla strada.

Su asfalto, raggiungo i fabbricati di Roffi (q. 867 m.) che attraverso mentre il fondo diviene in ghiaia.
Supero anche Casa Martini e la limitrofa cappella.

Roffi
Roffi

Un centinaio di metri più tardi, al limitare del bosco, abbandono il tracciato più evidente che prosegue diritto in salita e da cui tornerò nel pomeriggio e devio in piano procedendo ai limiti del prato. Il percorso è ora contrassegnato dai bolli rossi della Marcia del Principato delle Pianazze (che procede in senso opposto).

valle torrente Lardana
L’alta valle del Lardana

Passato un tratto immerso nella fitta vegetazione, mi porto sul bordo di un fosso. Senza scendere lungo l’alta sponda, cammino alcune decine di metri a monte, dove il guado è più comodo, per poi recuperare la vecchia traccia scendendo lungo il lato opposto.

Sempre seguendo con attenzione i bolli rossi, maggiormente visibili se avessi proceduto in senso opposto, guadagno alcune decine di metri di quota per poi riperderne.
Pervenuto ad un bivio fra due tracce, seguo quella di destra che un piccolo spezzone di legno indica come diretta al Lago Bino. L’altra conduce ai piedi della cascata dell’Aquila.

Marcia Pianazze
Segnavia della Marcia Pianazze

Perdo un po’ quota poi attraverso l’ampio e sassoso letto del Torrente Lardana.
Di seguito inizio la risalita del boscoso pendio che diviene una valletta sospesa posta sotto il roccioso versante est della Costa dell’Erbone.

Torrente Lardana
L’alveo del Torrente Lardana

Raggiunto il limitare della vegetazione, in corrispondenza del bordo orientale della valletta, compio una breve deviazione di alcune decine di metri fuori sentiero per salire verso nord-est (sinistra) su di una panoramica elevazione che sovrasta la valle del Lardana. Verso sud si nota la Cascata dell’Aquila e il versante settentrionale del Monte Camulara, verso nord il solco della Val Nure e, nelle giornate limpide, uno scorcio di Alpi.

Torrente Lardana
Il solco del Torrente Lardana

Ritornato sul sentiero riprendo a salire. Chiazze di erica si fanno spazio fra gli alberi.

Pervenuto a fianco del Torrente Lardana, ne seguo il corso per alcune centinaia di metri e, appena prima di entrare in una strettoia sovrastata da una parete verticale, svolto decisamente verso destra risalendo il pendio fino alla sommità della dorsale (q. 1329 m.). Anche in questo caso, mi basta uscire un poco dal percorso per raggiungere la vicina sommità del pendio e avere un’estesa vista.

Marcia Pianazze vista
Vista verso l’area del Lago Bino

Continuo sul percorso segnalato in rosso e, non molto più tardi, mi trovo nella bella piana acquitrinosa in cui è adagiato il Lago Bino (q. 1296 m.), affascinante specchio d’acqua di origine glaciale sovrastato da ofioliti e suddiviso in due porzioni (Lago Bino Maggiore e Minore) a causa di una frana.
I due bacini presentano una colorazione differente, ben visibile salendo sulla cima soprastante.

Lago Bino minore
Lago Bino minore

Proseguo lungo il sentiero e arrivo velocemente alla strada dal fondo ghiaioso che sale dal Lago Moo (percorso 021).
La seguo guadagnando lentamente quota e, non molto più tardi, sono a fianco di un’altra splendida torbiera, il Prato Mollo. Fanno da contorno alcuni poggi parzialmente rocciosi.

Prato Mollo
Prato Mollo

Costeggiato l’ampio pianoro, riprendo a salire.
Supero un cancello e, poco oltre, raggiungo l’esteso Prato Grande presso il quale, camminando comodamente per alcune centinaia di metri, giungo alla Baita Monte Ragola, oggi chiusa.
Qui incrocio le prime e uniche persone della giornata.

Baita Monte Ragola
Baita Monte Ragola

Proseguo lungo lo stradello per nemmeno 100 metri e, in corrispondenza del lieve scollinamento, svolto a sinistra sul bordo del Prato Grande.
Mantenendo il bosco al mio fianco, seguo i radi segnavia bianco-rossi percorrendo una traccia non molto evidente.
Aggiro un dosso punteggiato da alcuni pini mughi e, dirigendomi verso il Monte Camulara, pervengo ad un’area picnic posizionata tra un gruppo di faggi presso la quale incontro i sentieri 035 e 037.

Prato Grande
Prato Grande

Supero una recinzione e imbocco il sentiero 035 verso Termini oltrepassando immediatamente un piccolo corso d’acqua.

Avanzo al margine del Prato Grande tagliando la parte inferiore del dolce versante occidentale del Monte Camulara.

sentiero 035 Monte Camulara
La poco evidente traccia del sentiero 035

Il percorso è in lieve saliscendi. Devo solo fare attenzione a seguire i segnavia bianco-rossi, non sempre ben visibili, così come la traccia.
Notevole è sempre la visuale sulla prateria circostante.

Ofiolite
Emergenza di ofiolite

Una volta raggiunto il bosco, procedo inizialmente al suo limitare, fra erica e crochi, poi al suo interno.
Arrivato sulla dorsale nord del Camulara, la vista spazia fino alle Alpi lombarde.

Percorro ora il versante nord-orientale del Monte Camulara.

Monte Camulara
Versante nord-est Monte Camulara

Dopo un’iniziale discesa a tagliare il pendio ripido, la pendenza diviene morbida, a tratti assente.
Oltrepasso alcune radure infine pervengo in località Termini (q. 1359 m.) dove incontro il percorso della Marcia del Principato delle Pianazze abbandonato al Prato Grande.

sentiero 035 Prato Grande Termini
Lungo il sentiero 035

Procedo sulla strada forestale (segnavia 035) in direzione del Passo delle Pianazze entrando sul versante parmense. Il fondo, a tratti, risulta coperto da fango e pozzanghere che riempiono i solchi lasciati dai fuoristrada.

Appena prima di giungere ad un picco ofiolitico, a circa 1200 metri di quota, abbandono la forestale deviando a sinistra nel bosco su sentiero identificato da segni rossi rientrando subito in territorio piacentino.

sentiero Termini Cassimoreno
In discesa verso Roffi

Perdo quota velocemente.
Quando incontro un più ampio tracciato continuo a scendere più o meno nella medesima direzione (nord/nord-est). Rimango nelle vicinanze della linea dell’alta tensione passando vicino anche ad alcuni tralicci. In alcuni punti gli alberi si diradano permettendo alla vista di spaziare su parte dell’area oggi attraversata. La cascata dell’Aquila, seppur lontana un paio di km, è ora ben distinguibile.

Cascata dell'Aquila
Zoom sulla Cascata dell’Aquila

Continuo la discesa fino a incontrare il tracciato percorso all’andata.
Lo seguo a ritroso giungendo in poco tempo a Casa Martini e a Roffi poi, prima per asfalto poi su sterrata, alle case di Cassimoreno.

Cassimoreno
In arrivo a Cassimoreno

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nell’Aprile 2023
  • Durata*: 6h00′
  • Tempi progressivi*: Cassimoreno – Lago Bino (2h20′) – Baita Monte Ragola (3h10′) – Termini (4h40′) – Cassimoreno (6h00′)
    *I tempi inseriti corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente sul posto integrata, quando assente, da quanto da me impiegato.
  • Dislivello: +850 m./ -850 m. circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica) (possibili problemi di orientamento – vedi Note)
  • Carta escursionistica: GeoMedia – Carta escursionistica Via dei Vulcani di Fango – 1:25000; GeoMedia – Carta escursionistica n. 1 – La Collina Reggiana – 1:25000
  • Accesso: Da Piacenza passare da Podenzano e Ponte dell’Olio da dove si segue la Val Nure sulla S.P. 654 fino a deviare per Passo delle Pianazze (S.P. 8) poi, in località Le Moline, per Cassimoreno fino a raggiungere il borgo;
    da Genova in autostrada fino a Lavagna poi passare da Carasco, Borzonasca, Rezzoaglio e raggiungere Ferriere dove si procede sempre per Piacenza fino a deviare per Cassimoreno fino a raggiungere il borgo.
  • Trasporti pubblici: Da Piacenza a Farini (Linea E26) poi Le Moline e Passo delle Pianazze (Area Farini con prenotazione) (https://www.setaweb.it/pc/linee#pc2) da cui conviene avviare l’escursione raggiungendo Cassimoreno all’andata e, al ritorno, dalla località Termini seguire tutta la dorsale fino al Passo.

COMMENTI E NOTE:

  • Escursione di grande valore naturalistico che, ai lunghi tratti nel bosco, alterna ampi spazi aperti tra torbiere, elevazioni ofiolitiche e altre emergenze come la Cascata dell’Aquila.
  • Le maggiori difficoltà, per l’escursionista adeguatamente allenato, sono dovute ai possibili problemi di orientamento dato che parte dell’itinerario risulta indicato solo dai segni rossi della Marcia Pianazze, non sempre ben visibili, mentre i segnavia bianco-rossi del CAI risultano scarsi o assenti.
  • Non sono presenti tratti esposti .
  • Volendo ridurre il percorso, conviene compiere il tragitto Cassimoreno-Lago Bino andata e ritorno, senza compiere un anello.
  • L’itinerario può essere eseguito indifferentemente in entrambi i sensi.

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2 Replies to “Lago Bino da Cassimoreno”

  1. Salve ieri abbiamo provato a fare il giro partendo da cassimoreno volevo chiedervi, siamo giunti alla pietraia del pedana la cascata si vedeva in lontananza la domanda e questa,dopo aver raggiunto il letto pietraiabisogna attraversarlo seguendo i segni rossi? I segni sono presenti fino al lago bino? Vorremmo riprovarci facendo andata e ritorno grazie.

    1. Per pietraia del pedana forse intendi l’attraversamento del letto del Torrente Lardana, credo. Come indicato nella descrizione, va superato il sassoso letto e seguito il percorso sempre indicato dai bolli rossi. Fare attenzione perchè non sempre i bolli sono visibili. Per la cascata, invece, il percorso deviava prima dell’attraversamento del torrente.

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