Addio, dada.it

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Addio, dada.it

L'ultimo aggiornamento di questo post è di 7 mesi fa

Gli articoli di Cassandra Crossing sono sotto licenza CC BY-SA 4.0 | Cassandra Crossing è una rubrica creata da Marco Calamari col "nom de plume" di Cassandra, nata nel 2005.

Un articolo di oltre tre anni fa che ci ricorda, tra le altre cose, l’importanza di avere un proprio dominio per quel che riguarda la casella email. Ne abbiamo parlato anche noi qui con una piccola guida.

Questo articolo è stato scritto il 2 marzo 2020 da Cassandra

Cassandra Crossing 448/ Addio, dada.it

Un antico e significativo pezzetto di Cassandra muore; può ancora insegnarci qualcosa?

Il babbo di Cassandra, quando ancora Mosaic e Trumpet Winsock erano il top della tecnologia e le connessioni internet per i privati semplicemente non esistevano, doveva destreggiarsi con varie risorse, tutte lavorative, per essere e restare in Rete.

Poi, a metà degli anni ’90 e nella provinciale Firenze, un improbabile e coraggioso gruppo di persone (nonché vecchi ed ormai persi di vista amici) decise di diventare internet provider, sconfiggendo lo “spettro” della teleselezione ed aprendo un vitale ingresso in Internet per tanti aspiranti cittadini della Rete.

Indovinate chi si precipitò a fare l’abbonamento, diventando l’abbonato DADA numero undici, nonché possessore dell’indispensabile, ed oggi introvabile, DadaCubo?

Poi (onore al merito) sono arrivati i soldi, i fondatori hanno cominciato a lasciare, la finanza ad entrare, poi la finanza internazionale …. una storia “naturale”, vista tante volte, forse troppe.

Cassandra aveva già cominciato a spiegare ad amici, parenti ed ai 24 lettori (ahimè con scarso successo) l’importanza di un nome di dominio personale per essere proprietari del proprio indirizzo di posta, e non essere in balia di chi te lo aveva concesso.

Quando finalmente anche in Italia, fino ad allora bloccata da una piccola cricca di persone, divenne possibile per i privati comprare un dominio .it, Cassandra si precipitò a comprarne uno, non dopo che il cognome del suo babbo era stato scippato da un half-mega-squatter.

Quando Dada abbandonò il mercato delle connessioni, compì un piccolo (ma rarissimo, nel mondo del business) atto di generosità, segregando aggratis in un server di posta dedicato gli indirizzi degli abbonati storici più affezionati, e mantenendoli quindi attivi. Un piccolo miracolo.

Ma da un certo punto di vista è stato persino controproducente, perché i “troiani” hanno continuato ad ignorare il pericolo predetto da Cassandra; così il prevedibile messaggio di qualche mese fa “Ragazzi, il 10 marzo staccheremo la spina, e grazie di tutto il pesce.” per alcune persone ha seminato il panico.

Cassandra ha lavorato non poco per traghettare nel terzo millennio alcuni suoi (anziani) amici, affinché intere associazioni non scomparissero dalla Rete; un funambolico periodo passato gestendo acquisti, carte di credito, messaggi di avviso e configurazioni di tutti i tipi, tentando di rendere il più efficace possibile il periodo di transizione concesso.

Ma ormai marzo è arrivato e la “fine” è questione di ore, poi il server verrà “spento”, e gli indirizzi non saranno più a disposizione di coloro che li hanno usati per oltre venti anni, ma rientreranno, legittimamente, nel patrimonio del titolare del dominio dada.it.

Ed una piccola fitta vicino al cuore sarà, per Cassandra come per altri, inevitabile.

Marco Calamari

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